Il mio nome d’arte è Lucia Dibi e sono nata a Milano.

Mi sono laureata all’Accademia delle Belle Arti di Brera in pittura e in seguito mi sono specializzata in nuove tecnologie dell’arte.

Di recente ho iniziato a concentrarmi a tempo pieno sulla mia pratica artistica dopo aver lavorato per anni come illustratrice e decoratrice d’interni.

La mia prima mostra personale è a Marsiglia nel 2013.

Successivamente ho esposto anche collettivamente a Milano.

Nel 2019 sono  finalista a un premio internazionale d’arte (premio Marchionni).

A dicembre 2020 sono finalista a Art Rights Prize esponendo alla mostra finale 3D.

 

Attraverso il mio lavoro e il mio agire nel quotidiano cerco di afferrare e creare una mappatura di quello che mi circonda.

La realtà oltre a essere complessa è stratificata culturalmente dal nostro sguardo.

Il primo strato della mappatura sono appunti visivi (schizzi e fotografie);  appunti come album ricordi non solo di spazi ma anche di precisi momenti  che poi diventano autonomi e presenti che a volte rivisito a distanza nel tempo: 

mi piacciono le città anche quelle che ho attraversato per poco tempo, e i loro particolari architettonici, afferro quello che normalmente non si registra, elementi forse banali, perché mi piace mescolare le scale di valore.

Ci ho inserito anche le icone religiose (che mi hanno accompagnato per anni nel mio lavoro di illustratrice) ma con  una sospensione nel loro modo di abitare lo spazio, con nuove simbologie e nuove visioni.

Il secondo strato consiste nel trattare le fotografie come se fossero dei dipinti: le scompongo, le semplifico le decontestualizzo, anche i colori assumono nuove frequenze.  

La tecnologia e l’uso del computer in questa fase non è solo una tecnica: la multimedialità digitale  e la sua estrema manipolabilità ha modificato il mio scenario percettivo e estetico e mi ha permesso di scoprire nuove coordinate e nuove informazioni. 

Successivamente stampo su pannelli rigidi creando ancora uno strato, e poi dipingo materialmente  la superficie. 

Infine incornicio con uno scarto: la cassetta della frutta dei mercati (re:BOX), e recentemente i polistiroli usati per l’imballaggio (POLI:CITY). 

Oltre alla riflessione sul termine “scarto” approfondite dal sociologo Bauman, mi piace la relazione tra oggetti incongrui che crea un interpretazione di dati differenti ma anche uno strato in più al concetto della complessità del reale.

I miei ultimi lavori sono tutti intitolati con la lettera Q seguita da un numero  che sta a indicare la sequenza dei giorni  e i lavori a cui ho lavorato nel periodo di quarantena nei mesi di febbraio e marzo 2020.

 

My stage name is Lucia Dibi and I was born in Milan.
I graduated from the Brera Academy of Fine Arts in painting and later specialized in new art technologies.
I recently started focusing full time on my artistic practice after working for years as an illustrator and interior decorator.
My first solo exhibition is in Marseille in 2013.
Later I also exhibited collectively in Milan.
In 2019 I am a finalist at an international art prize (Marchionni prize).
In December 2020 I am a finalist for the Art Rights Prize exhibiting at the final 3D exhibition.